giovedì 2 maggio 2013

Kentucky, bambino di 5 anni spara e uccide sorellina di 2












Kentucky, bambino di 5 anni
spara e uccide sorellina di 2


«Grazie per produrre una pistola così buona. È la mia prima pistola. Mi piace molto. Mi diverte sparare con il mio papà. La terrò per sempre e la passerò persino a mio figlio». Albert è uno dei bambini fieri possessori di un Crickett, un’arma studiata appositamente per piccoli sparatori, e la sua testimonianza si può leggere sul sito dell’azienda

Era un Crickett anche il fucile che il primo maggio ha uccisoCaroline, 2 anni, in Kentucky. A sparare, il fratello maggiore,Kristian, 5. Era un regalo per Kristian, ma i genitori, anche se non l’avevano messo sotto chiave, si erano premurati di togliergli i proiettili. Tutti, meno uno. «Qui in Kentucky le armi si passano di generazione in generazione. Si comincia da piccoli con la caccia e tutto il resto», ha commentato il medico legale Gary White. 

Tradizione o meno, ora mezza America, quella che tradizioni di questo tipo non ne ha, è sotto choc. Anche se ad aprile la riforma per il controllo delle armi proposta da Barack Obama è stato sonoramente sconfitta in Senato, c’è da scommettere che questa vicenda darà un nuovo slancio alla campagna del Presidente: «Non è finita qui. La mia amministrazione farà di tutto per proteggere la nostra comunità dalla violenza delle armi». 

Intanto, i maggiori quotidiani americani, dal Washington Post al New York Times, hanno pubblicato foto tratte dal sito della Crickett: è l’«Angolo dei bambini», immagini di piccoli in posa che imbracciano fucili, rosa nelle versioni al femminile. C’è anche una bambina che mostra orgogliosa uno scoiattolo morto, si presume raggiunto dai proiettili della sua arma, reggendolo per la coda. Per molti, quelle foto sono il male assoluto. Alcuni di questi bambini, però, sono ritratti al poligono di tiro o davanti a bersagli. E i genitori raccontano sul sito che il tiro a volo è il loro sport preferito, e non vedono l’ora di insegnarlo ai figli. È chiaro: in un Paese dove si fabbricano armi appositamente per bambini, c'è un problema culturale grave da affrontare

Un bambino non dovrebbe mai giocare con le armi. È anche vero che tutti abbiamo acclamato la campionessa di trap femminile Jessica Rossi, che a 8 anni sparava per la prima volta a 17 diventava campionessa del mondo e a 20 oro ai Giochi di Londra. Certo, sempre sotto l’attenta supervisione di papà Ivan, campione nazionale, che non la faceva giocare in casa con il fucile. Ma, se non avesse iniziato da bambina, quella medaglia l’avrebbe portata a casa? Il problema resta sempre lo stesso: che si tratti di sport o meno, è ammissibile imbracciare un'arma fin da piccoli?

TRATTO DA TG COM