domenica 5 maggio 2013

Morta Agnese, moglie di Paolo Borsellino

A dare la notizia su Facebook il fratello del giudice ucciso dalla mafia nel 1992: «Adesso saprà la verità sulla sua morte»
Non ha fatto in tempo a ripetere in aula quel che le aveva confidato il marito sulla strage di Via D'Amelio. Agnese Borsellino, 71 anni, vedova di Paolo Borsellino, è morta questa mattina nella sua casa di Palermo. Era da tempo malata. A dare la notizia è stato Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato ucciso dalla mafia, con un post su Facebook nel quale traspare amarezza per una verità che stenta ancora ad arrivare sulla stagione delle stragi. «È morta Agnese -ha scritto- . È andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte».
LE CONFIDENZE DEL MARITO - Non ha dunque avuto il tempo di ripetere in aula quel che aveva fatto mettere a verbale parlando co i magistrati di Caltanissetta che indagano ancora sui mandanti della strage di via D'Amelio. Un eccidio che nasconde ancora tanti misteri perchè si intreccia con l'altra strage in cui morì il fraterno amico di Paolo Borsellino, cioè Giovanni Falcone, e sulla presunta trattativa Stato-mafia. «Paolo mi accennò che c'era una trattativa tra la mafia e lo Stato - ha raccontato prima di morire- Dopo la strage di Capaci mi disse che c'era un colloquio tra mafia e pezzi infedeli dello Stato».IL GENERALE PUNGIUTO - Fu sempre lei a raccontare che il marito era sconvolto e a svelare di aver saputon che l'ex capo del Ros, il generale Antonio Subranni, era «punciuto» (così vengono definiti gli "uomini d'onore" affiliati a Cosa Nostra). «Paolo mi disse - aveva detto - mi ucciderà la mafia ma solo quando altri glielo consentiranno». Quelle dichiarazioni di Agnese Borsellino sono stati inserite anche agli atti del processo contro un altro ex capo dei Ros, il generale Mario Mori.
I FIGLI - Hanno voluto far sentire la loro voce anche i figli. «Stamattina se n'è andata la signora Agnese Borsellino -scrivono in una nota-. I figli desiderano che oggi sia un momento di preghiera strettamente privato nel rispetto di una perdita che ha una dimensione prima di tutto familiare». Lucia, Manfredi e Fiammetta invitano tutti al rispetto del loro dolore chiedendo di considerare questo come un momento strettamente privato. I funerali sono previsti per domattina alle 9.30 nella chiesa di S. Luisa di Marillac, la stessa dove si svolsero le esequie del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio. «La Fondazione intitolata a Paolo Borsellino e a tutte le vittime della mafia - si legga ancora nella nota - ha messo a disposizione la mail info progettolegalita.it per raccogliere eventuali messaggi di testimonianza di affetto e considerazione per la signora Agnese che non ha mai smesso di chiedere, insieme ai figli, che sia fatta verità e giustizia».
L'ULTIMO MESSAGGIO - Le ultime parole in pubblico di Agnese Borsellino risalgono al 12 ottobre scorso. «Questa città deve resuscitare. Deve ancora resuscitare» disse in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Dia a Palermo. A causa della malattia non aveva potuto partecipare alle manifestazioni per il ventennale delle stragi. «Dopo alcuni momenti di sconforto - aveva scritto in quella occasione - ho continuato e continuerò a credere e rispettare le istituzioni di questo Paese come mio marito sino all'ultimo ci ha insegnato. Non indietreggiando nemmeno un passo di fronte anche al solo sospetto di essere stato tradito da chi invece avrebbe dovuto fare quadrato intorno a lui». «Io non perdo la speranza - aveva concluso - in una società più giusta e onesta. Sono, anzi, convinta che sarete capaci di rinnovare l'attuale classe dirigente e costruire una nuova Italia».
IL CORDOGLIO - Da più parti sono arrivati messaggi di cordoglio per la scomparsa della vedova Borsellino. Primo fra tutti quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Desidero ricordare di Agnese Borsellino la esemplare sobrietà e misura in tutte le occasioni di pubblica celebrazione della figura del marito, la personale gentilezza e amichevolezza sempre mostrata nei miei confronti. Partecipo con forti sentimenti di vicinanza al dolore dei famigliari, e in particolare del figlio Manfredi, che ha raccolto l'esempio paterno di dedizione e servizio allo Stato». Interviene anche il governatore siciliano Rosario Crocetta. «Con dolore vero sincero e immenso apprendo la notizia della morte di Agnese Borsellino, donna di singolare esempio di attaccamento e fedeltà alle istituzioni, di grande coraggio e grande forza - scrive-. L'ho incontrata circa tre settimane fa, in ospedale: la lucidità delle sue idee, la determinazione nel condurre una battaglia di giustizia, la voglia di verità contrastava con le condizioni del suo corpo indebolito dalla malattia, vissuta con consapevolezza e dignità. È morta una grande donna»
LETTA - Il presidente Consiglio Enrico Letta definisce la vedova Borsellino un «simbolo di sobrietà, coraggio e rispetto. Agnese Piraino Leto non è mai venuta meno ai valori forti ai quali lei e suo marito hanno improntato la loro vita». Letta esprime la più profonda vicinanza ai familiari per la perdita di «una donna che, con il marito ha incoraggiato generazioni di italiani a credere nella giustizia».
IL GOVERNO - Il ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha inviato ai familiari un telegramma: «Esprimo -scrive- profondo cordoglio per la scomparsa di Agnese Piraino Leto, donna forte e coraggiosa, ha cresciuto i suoi figli nel rispetto di quegli ideali di democrazia e di giustizia, pilastri fondanti della famiglia, ancor prima che della società. Mi unisco affettuosamente ai dolore dei suoi cari, nella convinzione che, chi lascia nella vita degli altri un segno indelebile, non scompare per sempre». Anche il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri ha espresso le sue più sentite condoglianze ai figli Lucia, Manfredi e Fiammetta. «Sono profondamente addolorata - ha dichiarato - una donna straordinaria che avevo avuto modo di conoscere e di apprezzare in questi ultimi anni».
LA LETTERA - Il 9 aprile scorso Agnese Borsellino aveva scritto una lettera in segno di solidarietà col pm di Palermo Antonino Di Matteo minacciato di morte. «Conosco, per averla vissuta, l'angoscia che in questo momento possono provare i famigliari dei magistrati. Chiedo a chi di dovere che si scuota perché questi colleghi di Paolo non vivano il suo stesso calvario». E aveva anche denunciato il pericolo dell'indifferenza crescente sui temi della lotta alla mafia. «Mi unisco idealmente a tutti coloro che oggi sono qui -scriveva- a testimoniare e a far sentire il loro affetto e il loro preziosissimo sostegno a quei magistrati che, nell'indifferenza di gran parte del mondo dell'informazione e della politica, stanno rischiando la vita per noi, per dissetare la nostra sete di verità e giustizia».
ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA